Nella suggestiva cornice di Ponte Milvio a Roma, di fronte a circa 3.000 appassionati, Daniele Petrucci conquista il titolo intercontinentale IBF dei pesi welter sconfiggendo nettamente ai punti l’argentino Jorge Daniel Miranda
Due giudici hanno assegnato otto punti di vantaggio al pugile romano, il terzo sette a riprova del fatto che si è trattata di una vittoria assolutamente convincente ed in nessun momento in reale discussione. Petrucci (nella foto di www.scattisportivi.com) ha fatto valere la sua migliore qualità pugilistica riuscendo ad anticipare sistematicamente – con grande lucidità e freddezza – le coraggiose ma spesso avventate azioni d’attacco dello sfidante a cui va attribuito il merito di aver comunque contribuito ad accendere la sfida con un approccio alla gara assolutamente temerario.
Il “Bucetto” nazionale non si è mai scomposto, ha esibito il meglio del suo repertorio fatto di ganci al corpo e spostamenti laterali, mancando forse solo nel colpo del ko. Ma ieri sera era importante vincere per entrare nell’elite delle classifiche mondiali e questo ennesimo successo nei confronti di un avversario di prestigio proietta di diritto l’allievo del maestro Maggi verso una possibile prossima sfida al titolo Europeo di categoria.
La riunione di ieri sera prevedeva dei sottoclou di particolare interesse che il manager Davide Buccioni è riuscito ad allestire con la consueta professionalità. Il match più interessante è probabilmente stato quello tra i due supermedi Massimiliano Buccheri e Roberto Cocco. Quest’ultimo era chiamato ad una prova d’appello dopo la traumatica sconfitta per KO patita nella sua recente sfida al titolo italiano contro l’ottimo Di Luisa.
Per Buccheri si trattava di un test verità contro un avversario decisamente più esperto e smaliziato. Il pareggio assegnato dai tre giudici ci trova sostanzialmente d’accordo nel senso che nessuno dei due ha fatto quel qualcosa in più per meritare la vittoria.
Il pugile romano a mio parere ha cercato con maggiore insistenza la vittoria ed il colpo risolutore ma la sua azione sarebbe dovuta essere probabilmente più continua e lucida, soprattutto nella parte finale dell’incontro. Di contro Cocco ha mostrato una boxe più lineare, ma è mancato nel cambio di ritmo e nella varietà delle sue combinazioni. Il pari ha il sapore della vittoria per il bravo giovane allievo di Sordini che ora può puntare a un match con un titolo in palio e quello della sconfitta per il trentatrenne Roberto Cocco che perde un occasione importante per rilanciare le sue ambizioni.
Negli altri sottoclou convincente vittoria ai punti per l’imbattuto Manuel Ernesti contro lo scorbutico Hruska e di Adriano Cardarello contro Cvek. L’allievo di Ferri tornava sul ring dopo circa un anno di inattività conseguente ad un fastidioso infortunio alla spalla e ha vinto senza entusiasmare subendo qualche colpo di troppo dal modesto avversario. Per lui era importante rientrare nella boxe che conta e da questo punto di vista il match contro il collaudatore croato deve essere giudicato alla stessa stregua di una ordinaria seduta di guanti in previsione di match più significativi.
E’ importante però che Cardarello si renda conto degli errori compiuti sabato sera, in primis quello di voler impostare a tutti i costi un match sulla corta distanza contro un avversario molto più basso di lui e tecnicamente inferiore. Anche contro il bielorusso Andrei Salakhutdzinau il pugile romano era incappato in un errore simile e da questo punto di vista ci apparirebbe auspicabile per il suo futuro un miglioramento nella condotta di gara.
Il talento c’è ed è fuori discussione ma ora bisogna iniziare a fare sul serio e a non sbagliare più. Un discorso a parte merita l’ultimo match del sottoclou (che poi per ordine temporale è stato il primo della riuscita serata) che ha visto il super leggero Federico Ranalli battere per Kot alla seconda ripresa il croato Ivan Duvancic.L’allievo di Zonfrillo si è reso protagonista di una prestazione molto convincente esibendo una boxe di qualità e di assoluto spessore tecnico.
In due riprese ha messo tre volte al tappeto il malcapitato avversario esibendo combinazioni chirurgiche di colpi che hanno infiammato gli animi dei suoi numerosi supporters. Il futuro è suo, l’importante sarà non avere fretta, fare esperienza e mantenere lo stesso ardore ostentato nel match con Duvancic.
Stefano Buttafuoco / Eurosport